Tra i progetti aggiudicatari del Bando A scuola di parità di Roma Capitale c’è il Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane Eugenio Montale, con un progetto intitolato: Io sono quindi amo. Amare e amarsi come esseri unici e speciali. Dietro il progetto, partner della scuola è una realtà essenzialista e omotransfobica. Si chiama Progetto Pioneer, è acclamata da Pro Vita e Famiglia e cita come base teorica un libro propaganda – Nati per essere liberi. Famiglia e scuola: educazione sessuale no-gender theory – che esplicitamente rifiuta gli Standard per l’educazione sessuale in Europa, un documento dell’OMS del 2010, che risponde all’obiettivo di definire degli standard minimi per l’introduzione dell’educazione sessuale raccomandati a livello europeo e che dal resto del mondo scientifico è considerato un pilastro su cui fondare ricerche e politiche.
Come Educare alle Differenze esprimiamo sconcerto per quanto accaduto. L’Assessorato alle pari opportunità del comune di Roma, guidato dall’assessora Lucarelli, nell’ambito di un bando per la promozione della cultura delle pari opportunità, la prevenzione della violenza contro le donne, il superamento degli stereotipi di genere e delle discriminazioni basate sull’identità di genere e l’orientamento sessuale, ha promulgato vincitore chi va nella parte opposta.
Ci chiediamo come sia possibile: per connivenza, per superficialità o ignoranza. Ci interroghiamo su come non vi sia alcuna consequenzialità tra quello che a parole viene affermato dall’amministrazione e gli atti amministrativi che vengono prodotti; siamo sempre più allarmat3 dal pressapochismo che impera anche nelle amministrazioni di centrosinistra, le cui conseguenze ricadono su insegnanti e student3.
Chiediamo immediatamente la revoca dell’aggiudicazione del bando o la sostituzione del partner da parte della scuola.
Esprimiamo solidarietà al corpo docente della scuola, che il Dirigente scolastico non ha mai informato prima dell’aggiudicazione stessa, mostrando un’opacità tutt’altro che casuale. Anche la mancanza di trasparenza e rispetto degli organi collegiali, oltre che della componente studentesca, è un altro inquietante ed eloquente aspetto di questa vicenda.
L’educazione sessuo-affettiva non si improvvisa, competenze ed esperienze vanno sempre vagliate con attenzione e vanno condivise con chi vive ogni giorno la scuola. Affidare progetti del genere a chi continua a perpetuare discriminazioni e stereotipi, proponendo una visione sessuofobica e cis-eterosessista, basata sull’astinenza e sul celibato, oltre che controproducente è fortemente pericoloso. L’educazione sessuo-affettiva deve essere portata avanti con competenza e professionalità, in una visione laica e non eteronormata, che metta al centro il consenso e il piacere. Per combattere le violenze di genere abbiamo bisogno di un’educazione di questo tipo subito, e non saranno certo le associazioni ProVita e le loro emanazioni a offricercela.