Qualche giorno fa a Firenze, a cadere nel mirino della campagna d’odio “anti gender” è stata un’insegnante della scuola primaria Marconi di Firenze e con lei il progetto contro gli stereotipi di genere promosso da Ireos Onlus – Centro Servizi Autogestito. A scatenare la polemica è stato un articolo volutamente ambiguo e provocatorio uscito su La Nazione Firenze che riportava le presunte accuse di alcune famiglie contro il progetto, volto tra le altre cose a «individuare gli stereotipi di genere presenti in fiabe, racconti, personaggi dei cartoni animati, giocattoli, mass media e nella realtà della vita quotidiana», e il modo di insegnare della maestra in questione.
L’insegnante è presto diventata bersaglio di offese, insulti e minacce nei commenti a un video su youtube, il cui proprietario si è fatto lettore e “critico” dell’articolo, la vicenda è stata immediatamente cavalcata da Lega e Fratelli d’Italia, di cui tra l’altro è stata candidata alle Regionali la madre che ha fatto partire le accuse sul progetto.
Il caso dell’insegnante della scuola Marconi di Firenze ci riguarda tutt*. Riguarda chiunque creda nella libertà dell’insegnamento e chiunque voglia continuare a costruire una scuola promotrice di libertà e parità. L’intimidazione di questa insegnante e di tutt* coloro che lavorano con impegno su questi temi nella scuola è il vero obiettivo di chi orchestra e cavalca queste campagne d’odio.
Il senso di un certo modo di insegnare così come quello dei progetti che molte associazioni cercano, non senza difficoltà, di introdurre nelle scuole non è di “snaturare l’identità” delle bambine e dei bambini come la retorica della destra ultracattolica vuol far credere, bensì di combattere la discriminazione, la violenza e le diseguaglianze, ulteriormente rafforzate dall’attuale pandemia, partendo dalla valorizzazione delle differenze e dall’abbattimento di ogni tipo di stereotipi.
La gogna mediatica a cui è stata esposta l’insegnante si inserisce all’interno di un discorso d’odio notevolmente cresciuto negli ultimi anni che ha visto esponenti della destra politica come principali promotori o fautori.
In questi casi forte deve essere il sostegno dell’amministrazione pubblica affinché azioni intimidatorie e polemiche strumentali come questa non limitino la promozione e la valorizzazione di progetti volti all’abbattimento delle discriminazioni e di ogni forma di violenza.
Educare alle differenze esprime piena solidarietà all’insegnante della scuola Marconi e ribadisce il sostegno a ogni forma di progetto o di insegnamento volto alla valorizzazione di tutte le differenze.