Più di mille insegnanti, educatori/educatrici, genitori, attivist3 e professionist3 del mondo educativo di 17 regioni italiane hanno preso parte al meeting promosso dalla rete nazionale Educare alle differenze, a Roma il 28 e 29 settembre.
Due giorni di scambio, approfondimento e autoformazione sui contenuti che Educare alle Differenze diffonde da dieci anni in difesa della scuola pubblica, laica e plurale. Un percorso di mobilitazione della comunità educante che propone l’educazione sentimentale e sessuale a scuola e che sta diventando la più consolidata, diffusa e competente alternativa a chi non si riconosce nell’idea di scuola e nella propaganda familista di cui il governo Meloni si fa portavoce. Un’alternativa che valorizza le pratiche educative inclusive per ridurre le disuguaglianze, che non divide l’apprendimento dal benessere delle persone studenti, che realizza percorsi di formazione per l’affettività e il contrasto all’omolesbobitransfobia.
Educare alle differenze alla sua decima edizione si conferma come l’appuntamento nazionale di una comunità spesso invisibile, dispersa nelle scuole, nelle piccole associazioni, nei servizi territoriali, nei centri antiviolenza convinta che la scuola debba coltivare opportunità e diritti.
È netto il rifiuto alla scuola che il ministro Valditara sta disegnando: neoliberista, nazionalista, militarista e classista, dove le forze dell’ordine vengono individuate come figure idonee per educare al contrasto dei bullismi – ignorando tutti gli studi sul tema – e dove la valutazione viene concepita come pratica repressiva, come testimonia la recente reintroduzione del voto in condotta nel primo ciclo d’istruzione.
L’alleanza delle soggettività e delle lotte è fondamentale per far uscire dal silenzio e dall’invisibilità migliaia di persone e di famiglie che attraversano la scuola italiana, e così nella due giorni grande centralità hanno avuto anche la lotta all’abilismo e al razzismo, per decolonializzare gli spazi, le pratiche, gli sguardi e la didattica. Ma anche il nesso con il disciplinamento del corpo femminile, le politiche sulla riproduzione e la salute e non è un caso che il meeting di Educare alle Differenze si sia svolto in coincidenza con la Giornata per l’aborto libero, sicuro e accessibile. È evidente che il lavoro da fare sia tantissimo e al primo posto c’è la libertà di insegnamento, l’autotutela del corpo insegnante, la libertà di dissentire sempre più minacciata. Su questo la Rete si è già data appuntamento per l’inverno, per poi ritrovarsi tra un anno a Padova per l’undicesima edizione del meeting nazionale.